Riscatto dal passato – Cassius Clay alias Muhammad Ali (nome che ha adottato dopo essersi convertito alla religione islamica) ,considerato il più grande pugile di tutti i tempi, è nato il 17 gennaio del 1942 a Louisville, Kentucky e ha iniziato a tirare di boxe per un caso fortuito, dopo essere capitato in una palestra mentre, bambino, era alla ricerca della sua bicicletta rubata.
Iniziato alla boxe da un poliziotto di origini irlandesi, a soli dodici anni il futuro campione del mondo Cassius Marcellus Clay Jr. cominciò ben presto a raccogliere trionfi nelle categorie dilettantistiche. Campione olimpico a Roma nel 1960, si trovò però nel suo paese d’origine, gli Stati Uniti d’America, a combattere con un avversario ben più temibile di chiunque potesse incontrare sul ring: la segregazione razziale.
Molto sensibile al problema e trascinato dal suo spirito battagliero ed indomito, Alì prese subito a cuore le tematiche che colpivano in prima persona i fratelli neri meno fortunati di lui.
Nel 1967, tre anni dopo la conquista del campionato mondiale, Alì si rifiutò di combattere nella Guerra del Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al conflitto.
Per questo, fu arrestato e accusato di renitenza alla leva, oltre ad essere privato del titolo iridato. Non combatté per i successivi quattro anni. L’appello di Alì fece strada sino alla Corte suprema degli Stati Uniti d’America, che annullò la sua condanna nel 1971.
La sua battaglia come obiettore di coscienza lo rese un’icona nella controcultura degli anni sessanta.