Nada te turbe. Nada te spande. Niente ti spaventi della notte oscura. Solo Dio basta. Dalla terra sale il cielo. Le nubi l’ammantano lieve di stagioni. Io non voglio rompere il cerchio delle acque. Né infrangere le atmosfere dell’universo. Voce muta è la nostra nel viaggio dell’universo. Io non voglio cancellare i sogni che le generazioni hanno seminato nel mio cuore. Voi giusti che amate il Criatore, donatemi la speme del coraggio. Non spezzate l’arcobaleno, dove sopra camminano gli innocenti. Non mi turbi la lingua infuocata di calunnie. Non mi turbi la mente bollente di male. Le tenebre non spaventano la luce. No, non possono vincere la luce. In principio, la luce. Piano piano il dolore si calma. Lo spirito non ha ruggine per ossidarsi. Tutti mi guardano, quando racconto il cielo. Io non so più andare per le vie del mondo. Il molo è il sud, la torre è il nord, il faro è l’est, l’ovest è l’oceano che non smarrisce più. Non ho perso i quattro punti cardinali e nessuno viene a cercarmi nella bussola dello spirito. Non mi piace pescare pesciolini d’acqua dolce. Io frugo tra gli scogli che la gente come Polifemo ha gettato in mare. Quanti agnelli sono stati sacrificati dagli empi, per purificarsi dalle loro malvagità. Pace fatta è in me, nel gridare in faccia la verità. Sono ore roventi quelle del patire. In quelle ore nessuno riposa. Anche l’aria è bollente di fuoco. Anche le cicale sono mute nelle stagioni del dolore. Vado scalzo e sotto i piedi mi cresce l’estate che germoglia di grazie. Mi sono scottato troppo e le mie piaghe non sentono più dolore di paura. Ciò succede anche alle mani delle madri che cucinano e alle mani dei fornai. La sera leggo Ungaretti e chiudo le pagine di Gibran. Ungaretti mi sprona. Le trasparenze sono incerte e i voli incarnano i cieli. In questa nostra società ci sono tanti delitti ma nessuno scopre l’assassino. E’ meglio condannare un innocente che non dà fastidio a nessuno. E’ il capro espiatorio degli empi. L’innocente è il fecondo ausilio della mente. Domani è sempre un altro giorno. Propizia è la tua promessa e alleanza per ogni povero. Mi sono abbeverato all’acqua pura del vangelo. Meditare è una sinfonia di violini. L’anima non cigola nell’aprirsi al prossimo. Non è un rischio avere fiducia nell’altro che crede nei valori dell’umanità, sia cristiano che buddista. Vorrei per un istante solo trovarmi fuori della terra. Quanto mi mancherà e quanta voglia di ritornare! Risorgeranno i fiori che ho reciso. Procederanno i lombrichi che ho calpestato. Splenderanno gli innocenti umiliati. Voleranno le colombe cadute a terra con il piombo delle armi. Capirò che il mio male, che non ho compiuto, ha irato il leone contro l’agnello. La pecora m’insegnerà a pascere con il lupo. Il paradiso non avrà più recinti. Sarà aperto come tutti gli universi, meglio come tutti i cuori. Sarà aperto a ogni giardino della mente di ogni persona. Insieme canteremo: Paradisi Gloria.
Paolo Turturro