Scorrazzavo nei campi impastati di sassi e di lucertole.
Mi spinavo sulle pale di fichidindia
e pestavo le vipere con i bastoni a uncino di ferro.
Spigolavo semi a forma di anelli e m’intrecciavo collane.
Dopo lunghe nuotate estenuanti mi sedevo sugli scogli,
rosolandomi al sole.
Chi mi baciava le guance mi gridava:”Come sono salate le tue stelle”.
Sulle alture contemplavo le valli, dove scorrevano fiumi dal fumo azzurro,
a causa dell’ intensa nebbia.
Il cuore prega per non soccombere al tormento.
Chi ama, non muore mai.
In me ora palpita il cuore e tace la mente.
Non dimentico l’origine di ogni uomo,
fatta di terra e di tempo.
La vita è piena di incertezze,
mentre il cuore anela l’infinito. Dipax