Visita di papa Francesco
A Palermo non si può stare. A Palermo non sono sceso. Qui al Borgo della pace ho visto papa Francesco, in TV, assieme a uno scafista.
Inizia la s. Messa e ascolto la prima lettura che ci invita ad amare il fratello.
Se non amai il fratello che vedi, come puoi pensare di amare Dio che non vedi?
Squilla il telefono, è il fratello di Josef. Lo cerco e gli do il cellulare. Mi sento felice, realizzo la parola ascoltata. Vedo Dio in Josef, perché è felice di ascoltare suo fratello dal Sud Africa.
Mi riporta il cellulare con un gran sorriso sul volto. Riascolto la tv. Papa Francesco ci esorta a liberarci da ogni corruzione, dal denaro: “ Il diavolo entra dalle tasche”.
Il cuore si riempie di ricordi. Parla come parlavo 30 anni fa a santa Lucia.
Si, l’egoista resta vuoto e io mi sento pieno di Dio. Ho davanti a me gli occhi semiaperti di padre Pino Puglisi. Allora mi ammoniva: “Ora tocca a te”.
Ricordi passati. Lotte sconfitte. Lotto ancora. E’ la battaglia del cuore. Non resto vuoto. Non resto chiuso alla speranza. L’amore umile dà pace e serenità. La logica perdente della mia vita è l’amore umile che dà vittoria. E’ il chicco di grano che morto germoglierà i piccoli della pace. Mi dono a Cristo e sono pieno di gioia. La mia gioia è una persona, si chiama Gesù. Il cuore trabocca di gioia, pur solo al Borgo della pace. La logica vincente del denaro e del successo è del diavolo, non mi appartiene. Chi si gonfia di cose, si sgonfia. Io credo alla gioia di Dio e sono felice di essere suo figlio. Sono felice di essere prete e nel totale silenzio offro la mia vita a Cristo. Il Signore mi ha liberato da una vita piccola che girava solo attorno a me stesso. M’incantano le Parole di papa Francesco. Ricordo le omelie di Dipingi la pace, rassomigliano alle esortazioni di papa Francesco. E’ cosa buona non fare del male ma è cosa brutta non fare del bene. Io sto facendo del bene a me stesso. Ho preso la mia croce e seguo Cristo. Il calvario ora è fiorito di virtù. La santità è un dono di Dio. Anche per te che non vuoi perdonare. Sono libero dal denaro, dai giudizi e dall’odio. So perdonare chi mi ha fatto del male. Sono uomo del dono e del perdono. La s. Messa giunge alla consacrazione. Josef è musulmano, mi si avvicina e mi chiede con la sua presenza: “Posso partecipare anch’io?”. Sto in silenzio e consacro davanti a lui. Poi finita la consacrazione, va in cucina a preparare il pranzo.
Pranziamo assieme con Giorgio di Bologna. Poi corro in tv. E’ la fine. Anche Josef mi segue ed esplode con il suo desiderio:”Posso andare anch’io a trovarlo?” “Certo, gli rispondo, ti porterò da Lui un giorno”.
Anche gli scarti del mondo possono andare in visita dal Papa. Il loro futuro non è segnato di morte. Esco dalla tv e mi sembra che già sono fuori dalla chiesa corrotta.
Si, è la chiesa in uscita. Si, è la chiesa dei poveri e per i poveri. Si, è la rivoluzione del cuore che ama. Si, è la rivoluzione della tenerezza di Dio. Si, perché l’eucaristia non deve resta sull’altare ma deve camminare in mezzo alla gente. Si, da tanto tempo cammino con Dio, non solo come discepolo di Emmaus ma come compagno del Risorto.
Termina la giornata con l’Inno di Dipingi la pace, cantato da Giorgio Gulì in piazza Politeama.
Le pillole del vangelo non mi bastano. Non mi arrendo allo sconforto. Non mi arrendo alla sconfitta. Ho sentito papa Francesco come non mai nella mia vita. Sono con Lui, non in quattro mura di silenzio, non nella solitudine.
Sono sconfitto nell’umiliazione ma vincente nella fede. Dipax