Mi rammento come pregava,
il mio padre maestro,
e mi bastava solo guardarlo
per sapere come pregano i santi.
Con la grazia nel cuore non sono un tipo che si spaventa,
dei miei limiti e neanche del male
oppressomi nel passato.
Vorrei eliminare ogni orologio
per spaccare le lancette del tempo delle cattiverie.
Tu, Teresa, vedevi il tuo nome scritto in cielo, a tau di stelle,
anch’io vedo in quel tau di luce il mio cognome sigillato in eterno.
Siamo presi nel nostro apostolato dalla carità frenetica:
si corre, si corre senza mai arrivare alla meta della carità,
fare, fare e sempre fare
e sempre vuoti d’amore,
senza sapere che la preghiera congiunta alla solidarietà
è la Parola di Cristo,
vero straniero, vero affamato, vero carcerato, vero ammalato,
ma vera e assoluta provvidenza e salute dei poveri. Dipax