Madre e figlio.

“Soffro troppo, – mi disse, non avrei mai potuto immaginare che la morte di mia madre mi prostrasse in totale depressione”.

“Soffri, gli risposi, perché sei nato dal suo ventre. Sei carne della sua carne. In te è morto quel fiato che tua madre ti ha dato vita”.

“Non riuscirò più a sollevarmi, – si avvilì scoraggiato di timore”.

“Ora, amico mio, – l’assicurai, l’intimità con tua madre è più certa e reale. Puoi sperimentare ciò che noi cristiani professiamo: ”Luce da luce, Spirito da spirito”. E’ la fede nella risurrezione. Tua madre ora è in questa sfera di beatitudine e tu la puoi contemplare, pregando e offrendo carità. Non puoi più abbracciarla, certo come Ulisse, ma ora è più viva che mai in te. Ora Lei è nata in te, a dialogare con Dio. Dipax.

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