Io dipingo con le emozioni e non con i colori.
Dipingo la terra e sento
la sua voce dolente e martoriata.
Ho deciso di non abbassare lo sguardo,
mentre ci conducono alla morte.
Non c’è l’agonia dello spirito,
né la deposizione della luce.
La vita è un’avventura di pensieri e di azioni.
Cristo non può nascere dentro di noi,
perché sterili di amore.
Siamo persone, maschere pagane,
cervello avariato,
a non concepire l’amore di Dio tra di noi.
Avvenne così anche per Zaccaria
nel tempio dell’incenso.
Capitò anche a Elisabetta
nell’abbraccio della sua cugina Maria.
Anche le figlie di Abìa
dubitavano nella sterilità.
Anche noi siamo sterili e muti.
Siamo sterili di grazia1
Siamo sterili di bellezza!
Siamo sterili di perdono,
anche i santi
prima di convertirsi alla Parola.
L’egoismo è il frutto della sterilità.
Nella società dell’urlo della libertà,
siamo sterili di libertà,
perché sterili di Parola.
Ho divorato il rotolo di Isaia
e mi ha fecondato lo spirito.
Anche i denti che stritolano,
diventano un sorriso.
Persino le mani che accarezzano,
possono rubare.
Gli occhi che splendono,
smaliziano sguardi.
Non scoraggiamoci nel peccato,
tutto è possibile sotto il cielo,
e sopra ancora di Più.
Mi sono alleato con Cristo
a sconfiggere le tenebre
e non sono più sterile, né muto di Parola.
Ora sono la sua Voce vivente
a uccidere ogni calunnia
e il canto di Natale
è divenuto in me
il pane quotidiano.
Ora l’armonia di Cristo
è il mio credo. Dipax