Più imparo e più mi rendo conto di quanto conosco poco.
Nei luoghi sacri è proibito versare sangue.
Il luogo più sacro è l’uomo.
Quanto sangue versato dalle sue vene!
Ritrovo la forza della fede nell’uomo guerriero della pace.
Io non riesco a cantare la vita,
sono sempre sui sentieri d’autunno.
No, non sono capace di afferrare una farfalla in volo.
Catturarne una è imprigionare la bellezza.
Non ti impongo le mie freddezze, le mie fragilità,
le mie distanze,
per non perdermi e trovarmi lontano da te.
Fuori dal cielo sono gelido,
lontano dal mio stesso silenzio,
fuori da quell’insostenibile pesantezza dello spirito.
Dentro mi trovo bene.
C’è l’urgenza della Parola
che mi sprigiona dalla paura dell’amore.
Io assisto alla tragedia dei miei sogni.
Sono riformato,
escluso dalla vita,
ho consumato il tempo nelle lotti senza senso.
Io non mi soffermo in una caffetteria
per riscaldarmi e per abbracciarti
e non ritrovare i sogni che ho lasciato dentro di me.
Sono andato come il vento,
a rischio,
senza calcoli e senza timori di scontri.
Sto vivendo l’apatia dei dubbi
e l’agonia delle calunnie.
Ho lasciato ieri l’addio dei miei limiti e dei miei peccati.
Non porto nel nuovo il vecchio che è secco.
Io scriverò anche da morto,
il mio volto sarà un Cristo d’avorio
che tutti vorranno baciare.
Non smetterò di vivere nella luce.
Io gioco al diluvio universale,
a sterminare ogni cattiveria
e dai miei occhi si apre già l’aurora boreale.
Tra gli inganni tutti noi discendiamo negli anni,
senza sapere che il dolore
è divenuto in noi
un’ala di riserva per il cielo. Dipax