Guardate il cielo e vi darà una buona ragione
per tenere alta la speranza.
Il tempo si accorcia per entrare nell’eterno.
Nell’esodo della mia vita
un gabbiano mi ha accompagnato
a salire sulle vette dell’inatteso.
I dirupi sono divenuti voli d’aquila.
Anch’io sono affascinato dal fiore rosso.
Non spengo una scintilla del tuo amore,
né uno stoppino fumigante.
Le mie riflessioni nascono dalle stelle
e sono carne della luce,
incatenate al cordone ombelicale della vita.
Così ciò che penso raggiunge il cielo
al di là del mio destino.
Io pongo fine a ogni battaglia,
le foglie di alloro hanno profumato
la dispensa del mio spirito,
mi nutro con il miele della pace.
Sono solo nella navata delle chiese
a combattere Dio
e mi perdo nell’oceano della sua luce.
E’ inutile pretendere di comprendere Dio,
mi è davvero impossibile,
dopo tanti duelli con Lui.
E’ mio destino lottare la luce,
per vestirmi del suo splendore.
Pensieri sparsi sono i miei.
Li trovi dentro le rughe del mio volto,
per terra,
su fogli scarabocchiati e caduti
sotto la mia scrivania
e come segnalibro dei volumi
della Liturgia delle Ore.
Mi basta uno sguardo dei tuoi occhi,
le labbra del tuo sorriso
a saziarmi di riposo
nel mio lungo, esausto immigrare
e tu mi liberi dai miei neri pensieri
nel vuoto perdermi della vita.
Ho cambiato linguaggio
da quando mi hai amato.
Non più misteri,
ma doni.
Non più dogmi,
ma carismi.
Non più miracoli,
ma abbracci di vita.
Non più sangue,
ma offerta della vita.
Non più morto e sepolto,
ma vivo e risorto.
Dipax