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S’inaugurò la scuola Federico II, qui al Borgo vecchio, il 9 settembre 1989.
Fu un evento eccezionale.
Dopo i bombardamenti del ’43 il Borgo vecchio cominciava a divenire coscienza.
Lezioni senza libri, lezioni senza voti, lezioni solo educative.
Riuscii a preparare la mia I°B con esempi di vita.
Il giorno dopo lessi agli alunni il miglior tema. Non ricordo tutta la traccia, ma la frase che mi colpì tanto fu:
“Anche su un cumulo d’immondizia può sbocciare un fiore”.
Elena
era il fiore.
Stasera l’ho incontrata, amareggiata e avvilita.
Ha tre figli e il suo compagno è in carcere.
“Allora, gli chiesi, è sbocciato questo fiore?”.
“Non ancora, mi rispose”.
Cura i tuoi figli, Elena, veri fiori della tua vita, e non pensare più a nessun uomo”.
“Grazie, padre, è difficile seguire la Parola di Cristo.
Farò come mi suggerisci tu”.
Sorrise, abbracciò i suoi tre figli e serena si avviò per altra strada.
Ci curiamo del nostro corpo e non diamo peso all’energia che esso possiede.
Elena ricominciò daccapo con la forza di un sorriso.
A decidere è sempre la volontà.
La bellezza di un sorriso ci dona la gioia del finito e dell’infinito, della fine e del principio.
La vera ricchezza è l’amore, il lusso è la vera povertà.
Il ricco va in crisi e il povero ringiovanisce. Dipax