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Proprio in piazza della pace divenni padre.
Ogni sera mi riempivano di siringhe il portone della chiesa.
Ero superficiale, fin troppo semplice, a toglierle grondanti di siero.
Schiamazzavano in piazza, gridandomi: “Parrino, prima o dopo ti drogheremo”. “ Sempre dopo di voi, rispondevo al buio”.
Quella notte fu terribile di lamenti e di morte.
Uno di loro spasimava di atroci dolori, moriva di overdose.
“Padre, mi supplicava il giovane, sto morendo, ti affido i miei figli.
Tu sai dove sono. Non lasciarli soli”.
Coinvolsi
un animatore che li seguì per tutta la loro crescita.
Non sempre
però i padri riescono sui figli
e non sempre i figli ascoltano i padri.
Avvenne così anche per uno di loro
che prese davvero una via sbagliata.
Una rapina con arma giocattolo.
Ho vissuto con loro e per loro una vera adozione ravvicinata.
Due di loro si sono sistemati e sposati.
Il più piccolo è in via di capire.
Il comprendere è vuoto senza l’amore.
Io tuttora lo colmo ancora di affetto e di serenità.
Non sempre serve il rimprovero,
per uscire da una situazione errata.
Mazza e panelle fanno i figli belli, si dice qui a Palermo.
Io purtroppo so spezzare il pane
ma la mazza la uso solo per me stesso. Dipax