Tutto un sogno
dedicato a Luis Sepùlveda
La solidarietà non è un regalo.
L’umanità in questo momento sta sognando
la speranza di tanti secoli.
Non c’è sospetto nella vera solidarietà,
come Laocoonte che afferma:
Timeo danaos et dona ferentes,
nell’accogliere il cavallo di legno a Troia.
Il dono dei medici di ogni parte del mondo
è un vero miracolo concreto e meraviglioso.
Non ha niente a che fare con il sospetto della politica.
Oggi i medici, e non solo, nel fare il bene realizzano i sogni
custoditi nelle radici dei secoli.
Le radici delle foreste hanno custodito i sogni di generazioni di poeti.
Caro Luis, abbiamo imparato a volare come le aquile,
come i gatti, come i leoni,
ma il nostro cuore è bloccato ancora nell’indifferenza.
E’ senza ali, non può volare.
Nel pomeriggio con la mia macchina ho schiacciato uno scorsone nero.
Mi sono vergognato di me, caro Sepùlveda. Eppure quella vipera che da piccolo mi saltava addosso non ha lasciato ancora la sua muta nel letargo. Sono anch’io in letargo e ho paura che la luce del giorno mi accechi. So bene però che il folgore della verità non fulmina nessuno.
Canto con i ruscelli, Canto con le tortore che mi sono nate sopra i leed. Canto con i gatti che miagolano la fame. Piango sulle pietre levigate dalle lacrime degli innocenti. Piango le ingiustizie del mondo.
Sorrido ai tuoi sogni. Sorrido quando il gatto vola e l’asino ci riprova.
Sorrido quando sorge l’aurora e mi accuccio dentro il sole che mi riscalda e dentro me mai tramonta.
Caro Luis, la mia penna è senza inchiostro e i miei giorni collassano di stanchezza. A chi affidare gli occhi dei sogni. I raggi del sole me li hanno assorbiti per un bimbo che oggi è nato a volare con la gabbianella. Ricordati che io sono vecchio e leggo ancora i romanzi d’amore di Cristo Signore. Chi mi insegnerà la fedeltà. Forse un cane. Si, sarò il cane del Signore, A presto, caro Luis. Paolo Turturro