I tuoi occhi
dedicato a Ezio Bosso
I tuoi occhi, la bacchetta d’orchestra.
Il tuo sorriso lo spartito che non finisce mai.
Le tue dita i versi che leggono la musica.
Ora sogno con te,
attorniato da uno stormo di angeli.
Sanno di violino,
sanno di flauti,
sanno di giorni di paradiso.
Leggo la tua energia
nel tuo capo violento
a dirigere Beethoven.
I tuoi capelli ululano il vento
a biancheggiare l’attesa che non arriva mai…
Leggo nei tuoi occhi
parole non dette,
canti mai uditi.
Leggo sulle tue labbra il dolore
che ti contorce l’anima.
Si, ora canto con te
i tuoi versi di speranza.
“Io li conosco i domani
che non arrivano mai…
Conosco la stanza stretta
e la luce da cercare dentro.
Io li conosco i giorni
che passano uguali,
fatti di sonno
per dimenticare i dolori”.
Carissimo Ezio, in quella stanza,
così stretta di limiti,
tutti noi ci abitiamo.
E’ la stanza del tempo
dove cerchiamo una luce
che apra il giorno
sicuro di vivere;
una luce che tu stesso
hai già visto
a illuminare di sorrisi
quella speranza musicata
dalle tue parole strette tra i denti.
Paolo Turturro
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