XIV Domenica tempo ordinario
Venire a me
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi…”
Quanta strada per giungere a te, Signore!
Quanti secoli di cammino
per capire Dio!
Quanti percorsi sbagliati!
Strade di denaro e di potere
per deviarci da te!
Quanta fretta
per comprenderti!
Non basterà l’eternità!
La strada del cielo è lunga
e si può percorrerla
solo con i passi dell’amore.
Quanti bivi di dubbi
per smarrirci dalla tua via!
Cammini di pensieri!
Cammini di poteri!
“Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché hai nascoste queste cose
ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli”.
Le cose semplici palpitano nel cuore.
L’infinita sapienza fluisce
nel cuore dei deboli,
nell’animo dei più piccoli.
Abitare nella carne del denaro
ci rende sterili di sapere.
Io non so camminare nello spirito!
Cammino brontolando i miei dubbi.
La benevolenza del Padre
mi ha reso sapiente
nella debolezza di cercare
il senso della vita.
Tutto trovo nelle pagine del vangelo.
“Tutto posso in Colui
che mi dà forza”.
Vengo a te nell’isolamento del cuore
e tu mi ristori di quiete
e il sapere diventa la mia carne.
Vengo a te,
tutto sudato di perché
e trovo la pace
che non avrei mai immaginato
di raggiungere nel dolore.
Sono stanco, Signore,
di cercare tra i sassi della terra!
Sono stanco, Signore,
di infangarmi di lotte sconfitte!
Io vengo a te
e so bene che il tuo giogo
è dolce
e il tuo peso è leggero.
Quanto è pesante il giudizio
della gente!
Sguardi feroci di gabbia!
Sguardi alteri di disprezzo!
Quanto è avvilente lo sguardo
di chi giudica a condannare!
I tuoi occhi mi quietino di serenità.
Io sogno soltanto i tuoi occhi!
Com’è
il giogo di un processo?
Ti terrorizza a cadere
nel baratro della non esistenza.
Io vengo a te
e mi stringi di perdono.
Nel tuo abbraccio mi sento
sicuro di essere amato.
Ti porto tanti amici
a cercare, nel tuo animo,
la giustizia nel lavoro,
il dialogo nelle relazioni sociali
e la fiducia nella chiesa uscita dalla corruzione.
Ti porto gli oppressi
di stampa, di cronache televisive
e di giornali.
Navighiamo in un mare di guai
e di inquinamento mentale.
“Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi
e io vi darò ristoro”.
Ristoraci con i tuoi sguardi divini.
Ristoraci con la tua Parola!
Ristoraci nell’animo!
Insegnaci a essere umili di cuore
e miti nelle relazioni familiari.
Insegnaci l’amore del Padre
che tutti accoglie nella misericordia.
Io vengo a te.
Preparami la palestra dello spirito,
lo ioga del cuore.
Sono pronto agli esercizi
più pesanti e sudati dell’anima.
Voglio dimagrire dal peccato.
Non solo la mia carne è grassa
ma il mio spirito è superbo
di palpitare saggezza.
Quale saggezza?
Quella di terra,
minuta di sabbia.
Non sono debitore verso la carne
ma ho molti debiti nell’animo.
E tu vieni a me,
cavalcando un asino.
Vittorioso persino nell’umiltà della croce.
Mi fai sparire il carro dell’odio.
Mi fai sparire il cavallo di Troia.
Mi fai sparire dalle vene
ogni inganno.
Mi hai spezzato l’arco dei giudizi.
Mi hai annunciato
dal balcone del cielo
la pace che ora abita nel mio cuore.
Con la serenità dell’animo
navigo da mare a mare.
Scendo dalle valli della superbia
a lavarmi nel fiume del tuo amore,
un fiume lungo fino ai confini della terra.
Sei stato fedele alla promessa
e capace di saziarmi di ristoro.
Che tranquillità nel tuo costato!
Che quiete nel tuo cuore
che non ferisce mai!
Amici, entrate nel vostro animo,
incontrerete Cristo
a donarvi ristoro
che sana animo e corpo!
Paolo Turturro