Dicono e non fanno
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Il cuore non è mai stato
d’inciampo a nessuno.
La cattedra dell’io?
La cattedra dei propri pensieri?
La cattedra delle proprie opinioni?
La cattedra del tempo
a sgretolarsi
come il tempio di Petra!
La cattedra del potere
per quietare gli animi.
La cattedra del potere
per dominare
le coscienze.
Cattedre di giaculatorie
per liberarci con il denaro
dal peccato.
Cristo oggi ci ammonisce:
“Sulla cattedra di Mosè
si sono seduti gli scribi
e i farisei.
Praticate e osservate
tutto ciò che vi dicono,
ma non agite secondo le loro opere…”.
Quanto è attuale questo ammonimento!
Anche noi abbiamo legato
pesanti fardelli sulle spalle dei peccatori
e dei poveri.
Anche noi abbiamo scansato gli abietti
per non mescolarci con essi.
Noi che abbiamo legato
i nostri limiti e peccati
sulle coscienze dei deboli.
Noi che abbiamo evangelizzato
per apparire,
noi che ci incaprettiamo
ad allargare i nostri filatteri
e ad allungare le nostre frange di onori.
Noi che ci compiaciamo
dei posti d’onore negli eventi.
Noi che desideriamo tanto gli applausi
e le conferenze zeppe di stima.
Noi che scriviamo
per sentirsi maestri e scrittori.
Noi che desideriamo chiamarci padri
senza generare mai un figlio,
neanche spirituale.
Noi che guidiamo
senza discernimento
e senza sapere il senso della vita.
Proprio noi
rassomigliamo a quei farisei
e a quegli scribi che volevano
mettere alla prova Cristo
e si sono ritrovati
svergognati dinanzi al popolo di Dio,
imbrigliati con le loro stesse domande perfide.
Proprio a noi
è dato questo ammonimento
che ci sentiamo grandi
e mai servi.
Proprio noi possiamo ora,
vestiti di umiltà,
sentirci abbracciati da Dio.
Ora è tempo di non dire,
ma di operare le grazie di Cristo.
Sono salito
sulla scala della grandezza
e sono scivolato giù
nel baratro della miseria.
Ora grazie a Cristo,
che mi ha asceso
nel suo costato,
sono incarnato d’amore.
Paolo Turturro