Canto di Giuseppe
Ho sognato anch’io. Ho sognato di concepire un figlio. Ho sognato anch’io di spirito santo. Ho sognato anch’io per amore di Israele, per amore dell’umanità. Un sogno agitato e tranquillo. Prima di essere sposi, un figlio. Mi agitavo. Non è possibile. Mi agitavo con il rischio di lapidare Maria. Mi agitavo sopra il mio pagliericcio sudato di angeli. Io so che noi ebrei affidiamo agli angeli la risposta di Dio. Voi dei secoli della sapienza affidate alla scienza, l’eventuale risposta divina. Non è stato un sogno di una notte soltanto. Non un sogno di una mezzanotte d’estate. Un sogno ripetuto. Un sogno voluto. Un sogno che ha scomodato anche quelli del cielo. Un sogno oltre la notte. Un sogno che ha illuminato la notte. E pensavo, e pensavo. Israele ha bisogno di un salvatore. Un salvatore dalla stirpe di Jesse. Tutti noi siamo della stirpe di Jesse, la radice dell’umanità. Tutti noi veniamo dalla radice della terra. Tutti noi siamo stati concepiti nel solco profondo di ogni albero genealogico. Anch’io, dalla stirpe di Jesse. Oh! No, soltanto dalla stirpe di Davide. Da Davide perché suo figlio Salomone era il più sapiente del mondo. Il Messia viene dal deserto di ogni cuore, di ogni ventre, di ogni radice profonda della terra, da ogni radice del cosmo. Quel guanciale sventrato tante volte dai miei morsi. Quel guanciale sudato di angeli mi ha slanciato come una piuma nel letto di un annuncio. “Non avere timore, Giuseppe, quello che nasce in Maria è opera di Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu gli darai il nome Emanuele, il Dio con noi”. Ogni figlio d’uomo è di Spirito. Tutti noi concepiamo di spirito e non solo di carne. Fui felice di essere padre. Fui felice e quella notte saltai dal letto sbattendo la testa sulla trame del soffitto. Che volo, quando si è padri. Concepire a distanza è l’amore più puro. Tuttavia il timore mi assaliva. Come in Maria? All’aurora tardai a prendere Maria a casa sua. Eravamo fidanzati e io ogni mattina, andavo a casa di Anna e Gioacchino, e Maria veniva con me nella mia bottega di falegname. Quella mattina non solo tardai ma non ci andai affatto. Paolo Turturro
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