Basta l’incoerenza
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Mi chiamo Gesù. Tutti mi cercano. Scendo dalle stelle. C’è chi riempie il carrello dei supermercati per trovarmi. Troppo mi hanno commercializzato. Troppa merce sono divenuto. Sono divenuto merce di chiesa. Merce di stato. Corona d’oro sul capo dei re e degli imperatori. Sono divenuto croce dei palazzi di giustizia, laddove giustizia non c’è. Sono divenuto giocattolo. Sono divenuto robot. Sono divenuto grattacielo di luci e di stelle. Sono divenuto meraviglia di film e di fiction. Sono divenuto un angolo di ogni casa, come presepe e come statuina muta e sterile da dire. Sono divenuto capanna di spreco e grotta di paure. Sono divenuto intimità di club di cultura e di poesie. Sono divenuto ciaramella di concerti. Sono divenuto stella filante, di plastica, spenta, senza energia dentro. Sono divenuto panettone per essere buoni, per essere morbidi, per essere piano, piano, buono, buono. Sono divenuto presepe di secoli, ma di cartapeste. Sono divenuto mangiatoia di tutti i letami del mondo. Vi prego, basta tutto questo. Basta con le ninne nanne che non addormentano neanche i piccoli. Basta le notti che non attendono le aurore del cielo. Basta i giorni senza la speranza d’amore. Vi prego, ascoltate ora ciò che vi dico. Smettete di attendere il nulla. Io non sono un dio passatempo. Non sono un dio acquieta coscienze. Io non sono una favola che più non commuove. Vengo in mezzo a voi, vengo nelle vostre case, vengo dentro i vostri cuori. Non vengo più da solo. Ecco vengo con la mia famiglia. Non vi porto nessun regalo, se non la mia stessa famiglia. Vengo con Maria, mia madre. Vengo con Giuseppe, mio padre. Eccoci, noi veniamo.
Paolo Turturro