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Sentiamo il vangelo: E’ sul mare di Tiberiade l’evento di Cristo. Chiama a raccolta un popolo senza pastore, un popolo affamato non solo di Dio. Una folla avanza e Cristo chiede a Filippo: “Dove potremo comprare il pane per tutta questa gente?”. No, non è una provocazione, ma un partecipare all’evento. No, non è una moltiplicazione economica del tempo o del pane, ma una vera condivisione. Dio condivide tutto se stesso con noi. E’ un segno la collina del pane. Non fermiamoci al grano. Andiamo su più alte spighe. Sediamoci anche noi attorno non solo ai poveri. Sediamoci a conclave del vero pane. Ripartiamo da questo pane. Lasciamo nelle ceste l’elemosina del pane di ottone e di denaro. Lasciamo fuori dal granaio di Dio le cose della terra. E’ il vero pane, l’eucaristia. Adoriamolo in silenzio per digerire Dio nelle nostre vene. Ognuno di noi è un pane per l’altro. Ecco il significato dell’evento del pane. Nessuno di noi è gettato fuori. Io sono un pezzo di pane di quel cesto avanzato. Cristo mi ha custodito proprio in quel tramonto del miracolo del pane. Sono un pane avanzato, perché non perda la fede di Colui che ci nutre di Dio. Nessuno, amico di Prima Radio, è perduto nel cuore di Cristo. Lui stesso ci ha raccolti nel ciborio dell’Eterno Padre. Spezza il pane con la persona che ti ha offeso e sentirai dentro di te l’energia dell’Onnipotente. Nel segno del pane spezziamo Dio a nutrire la chiesa che, a volte, si dimentica di inginocchiarsi dinanzi al tabernacolo. Tu sei il Sangue e il Corpo di Dio a sanare l’Umanità. Buona digestione dell’Eucaristia che ci inebria di estasi.
Paolo Turturro