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Raccontami Maria, il vagito di tuo figlio,
che ha svegliato nella notte delle stelle il gregge e gli agnelli che hanno belato innocenza.
Raccontami, Maria, il pianto di tuo figlio, fanciullo del fieno che ha infiammato di calore una stalla appannata di tenerezza umana e divina..
Raccontami, Maria, le manine di tuo figlio a carezze di baci sulla barba folta del tuo amato Giuseppe.
Raccontami, Maria, il dolore del parto, che ha orchestrato una sinfonia di angeli a ciaramelle di pastori.
Raccontami, Maria, i primi panni per tuo figlio, vestiti che i poveri hanno riservato per Dio.
Raccontami, Maria, la solitudine della nascita di Dio, nel silenzio di una terra addormentata senza speranza.
Raccontami, Maria, i magi a visitarti nell’incredulo della regalità, della sofferenza e dell’amore.
Raccontami, Maria, il primo bagnetto di tuo figlio, fatto a sorgente di lacrime dei tuoi occhi e di quelli del tuo sposo Giuseppe.
Raccontami, Maria, il canto del silenzio che i pastori hanno inviato alle stelle mute di sorprese e di meraviglie e che ora non stanno più a guardare.
A domani, Maria, a raccontarmi la prima tua nenia di baci, nella capanna appannata di calore e di fragranza di pane.
Paolo Turturro