Quanti sogni nell’epifania, quanti sogni nelle notti dell’attesa. Sogni vestiti di preoccupazioni, sogni travagliati di perché. Sogni che ci ordinano il necessario. Sogni che il giorno li rivela giusti e veri. Io voglio parlarvi delle mie lacrime nel contemplare Colui che mi ha dato tanta forza, lacrime che nessuno ha visto scendere dagli occhi e che appartengono al giardino del cielo. Cristo non fa bere l’acqua amara della sua croce. E’ difficile che i grandi e i piccoli stiano insieme, come le statuette giganti e minute dei presepi. Anche nei vaccini vogliono contagiarci per spolparci meglio. Cristo non espone in piena vista il peccatore che perdona e ama. Noi sputiamo sempre sentenze sugli altri che solo sbagliano. Senza il tuo dolore non troverai mai il cielo. Io cresco dentro anche di notte, come la luna che cresce a levante. L’angelo viene una volta sola e poi basta. Non torna a indicare il nascituro e non lascia neanche una piuma. Porta sempre il seme di un Altro e non sa neanche lui quando germoglierà. Ti dicono che pensi e operi bene, però è meglio se non ti impicci di politica. Ho imparato a sorridere sotto i giudizi e sono capace di dire sì al bene e no a tutto il resto del mondo. Stiamo così bene in due in un corpo solo: il tuo pane eucaristico ed io. Tutti e due respiriamo con il cuore.
Paolo Turturro