La medicina del perdono
Radicato alla Parola di Cristo, amo come il cuore comanda e non cado in nessun guaio o tranello. Sono calcolatore più di quanto credessi. Fortunatamente so di chi mi devo e posso fidarmi. Vivere insieme, si è più sicuri di quanto stare da solo. Non mi lascio guidare dall’istinto, perché so che avrei sempre ragione. Inquinate di potere le attenzioni alla legalità potrebbero cessare da un momento all’altro. Quando mi sento più sicuro mi spingo fino alla ragione dell’infinito. Quando noi vogliamo migliorare, non ci sono passi falsi. La vita potrebbe essere ingiusta, ma ciò non ci induce a scoraggiarci. Io sono sicuro di me stesso e tuttavia esperimento i miei limiti. Accettare i propri limiti è saggezza. Noi non ci bastiamo, per questo esco di botto dall’indifferenza. Io non ho una fede di etichetta. La mia vita è un coraggio oltre ogni limite. Sopportare anni e anni di processo è stato per me aprirmi al progetto che Dio ha accettato per me. Non ho addolcito le sentenze con lo zucchero dell’apparenza. Le bufere non mi hanno naufragato nel nulla. Il perdono è un dono che risana ogni ferita. Questa è stata la mia medicina. Io sono uscito dall’infanzia della fede, perché ho visto in tanti sacerdoti, che mi hanno accompagnato, una forza che li ha irrobustiti nella battaglia della fede. Nella grazia della vita nulla va perduto e la fedeltà alla propria coscienza ci apre alla fiducia dell’altro. Io nel dolore mi sono messo in ascolto dell’altro e il sorriso dei poveri non mi è mai mancato.
Paolo Turturro