La prima carità è per noi stessi: accogliere e credere Dio che viene dentro di noi. Con Cristo la cattiveria ha giorni contati. Siamo al limite! Siamo al limite! Il carrello va a fare la spesa e gli operai ballano in piazza. Siamo al limite del pensare inutile e del cadere nell’abisso dell’ignoranza. Non c’è allarme tra fede e religione, tuttavia la ragione sterile di amore ci svuota di fede. Ieri il Natale era una luce di chiesa, oggi i supermercati abbondano di luci, ma vuoti di fede. Non abbiamo più visioni per vedere il cielo. Su quale monte dovrò salire per incontrare un Giove che non mi appagherà mai? Su quale monte ascendere per essere sicuro, come ogni popolo che voleva un monte dove gli dei abitavano? Chi mi insegnerà la via di un Bambino che nasce a donarci innocenza? Questo Bambino porterà le leggi come ogni re e imperatore? Quale sarà la sua regalità? Io cerco un sentiero di luce che mi porterà al suo amore. Io sono consapevole che l’amore che porterà questo Bambino, non è una legge, non è una religione, non è un comandamento, ma unicamente la legalità della sua umiltà. Nasce in una stalla, nasce nella povertà del tempo. La notte è avanzata, svegliamoci dal sonno delle tradizioni e delle appartenenze di fede. Abbiamo ridotto le tenebre al peccato della carne, senza sapere che camminiamo nel buio assoluto dell’egoismo. Siamo nel buio e non conosciamo la sua luce. Siamo nelle ubriachezze delle opinioni, senza sapere che la mente è gonfia di superbia. Io mi rivesto di semplicità, perché questo Bambino è così umile da impaurirmi di gioia e da farmi impazzire.
Paolo Turturro