In un mondo di lacrime consacro la certezza
di essere liberi. Liberi dal crac,
liberi dal male imperante che è l’egoismo.
Io immagino ciò che la natura non ha ancora creato.
Io seguo il leader dello spirito,
nel suo cuore vivo l’infinito.
Il mio stomaco digerisce le pietre,
la mia volontà invece divora
ogni parola di Cristo.
Ho sempre un buon appetito
della sapienza divina.
Ora capite perché rigetto
ciò che mi perturba l’animo.
Sono impaurito dinanzi alla montagna sacra,
sovrasta ogni pensiero umano.
I miei occhi tuttavia
penetrano l’altezza del cielo.
e le mie vene
fluiscono nelle arterie dell’universo.
Sono la sua vigna
Vivo nella tenda dell’amore di Cristo.
Respiro la sua santità.
Contemplo in alto l’orizzonte della sua torre
e la profondità del suo timo.
L’estasi m’inchioda al divino.
Sono la sua vigna.
Non sono in affitto.
Mi ha reso responsabile
di costruire il suo regno d’amore.
E’ una dignità inaspettata,
un progetto che nessun architetto
è capace di proporti a realizzare.
Nel fiume delle sue vene produco
frutti di bontà, di giustizia e verità.
Nel suo costato sto concependo
nuovi universi non solo di stelle e di galassie,
ma universi di virtù di ogni spirito di vita.
Paolo Turturro