Il ragazzo del cuore

Carlo era un ragazzo altruista.

Frequentava la terza media al Federico II di Palermo.

Amato da tutti, ma non sopportava gli insulti verso i più deboli.

Seguiva con affetto Giovanni, suo amico d’infanzia. Conosceva i suoi genitori e si era affezionato a lui, disabile in carrozzella.

Chiedeva a sua madre, ogni mattina, il panino farcito come a Giovanni piaceva. Concetta, sua madre, era orgogliosa di suo figlio, non solo per questo giornaliero gesto d’amore. A casa seguiva le sue sorelle più piccole che lo amavano a impazzire. In classe sedeva accanto a Giovanni e non lo lasciava un istante. Roberto, il muscoloso della classe, alla pausa per consumare il panino, si divertiva sulle spalle dei più indifesi. Il portento che diveniva il buffone. Più volte offendeva con parole e gesti osceni Giovanni, spingendo la sua carrozzella veloce a sbattere contro la porta della classe. Carlo una mattina non lo sopportò più. Gli gridò in faccia la sua rabbia e cominciarono ad ammazzarsi di botte. Carlo finì all’ospedale.

L’erculeo che, per noi non ha nome, fu sospeso per una settimana.

Carlo uscì dopo una settimana dall’ospedale e guarda caso si ritrovarono tutte e tre in classe a guardarsi con sospetto. Non ci volle molto per Carlo ad avvicinarsi all’erculeo e ad abbracciarlo di perdono. All’istante in classi si creò un clima di emozioni e Roberto, chinatosi su Giovanni, lo abbracciò piangendo. Tutto può capitare con il perdono. D’allora Roberto divenne il portantino ufficiale della carrozzella di Giovanni.

Paolo Turturro

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