Grumo di ferite è il mio corpo,
danzo silenzi a spargere sangue
a pozzanghere umane.
In questo rigido inverno
viola la morte e tarda a venire.
Continua la vita a brillare sogni
mai sopiti di nulla.
I colli spogliano le foglie dagli alberi,
in piedi secchi senza radici a vivere.
Spoglie notti è la vita,
amaro tempo a finire.
Non sono più un bambino,
ma questa memoria mi fa eterno.
Non sempre chi sorride è felice.
Ci sono lacrime dentro
che non arrivano agli occhi.
Scolpiscono le vene e non giunge il pianto.
Sono fredde da gelare il cuore.
Il pianto è amaro,
non ha sede nell’uomo.
Paolo Turturro