L’amore del Signore è eterno. Siamo figli di Dio e lo siamo realmente. E’ l’annuncio di Giovanni. Saremo come Lui e nulla ci oscurerà. Vorrei ascoltarlo, prima di vederlo. Vorrei ascoltare le sue parole. E’ un fanciullo da seguire. Un fanciullo si smarrisce e poi viene ritrovato dai suoi genitori. E’ un fanciullo che presto diventa grande. Vorrei conoscere questo fanciullo che smarrisce i genitori e poi dichiara di voler fare le cose di Dio Padre. Voglio conoscere questo fanciullo dalla voce chiara verso Dio. Vorrei mettermi sotto un tavolo, nella stanza dell’adultera per conoscere da una parte la misericordia e dall’altra le lacrime del perdono. Come sanguina il perdono? Vorrei gustare come cambia la miseria in letizia piena? Vorrei essere una pulce nello stomaco del samaritano. Cosa ha sentito per commuoversi in aiuto? Come muoversi in questa nostra terra massacrata di egoismo e di guerre? Vorrei sentire le lacrime scendere dal cuore e gustare la pace della salvezza. Non mi basta, vorrei essere accanto allo zoppo della piscina di Siloe, per saltare in alto e cadere in acqua a godere la freschezza della guarigione. E ancora vorrei essere il cieco nato, per vedere la nuova chiesa, vedere di nuovo il battesimo, e tutti i sacramenti distratti da noi, a causa dell’opulenza, Non voglio udire solo queste guarigioni. Voglio essere scacciato dalla sinagoga e trovarmi nel processo della crocifissione. Non mi basta la condanna, voglio ancora una crocifissione più lenta, più duratura. No, non voglio essere nel cenacolo a spartire il corpo e il sangue di Cristo. No, non mi basta la letizia che si consuma, ma quella che resta in eterno. Voglio essere svergognato nell’orto degli Ulivi. Schiaffeggiato e deriso. Sentirò così il sangue che diventa vita. Sentirò come il Figlio di Dio è calunniato e divorato dall’angoscia più profonda da chiedermi:”Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Capisco come è fragile il mio dolore. Capisco come è misera la mia tristezza. Capirò che mi devo alzare dalla mia sofferenza e risorgere con Lui.
Paolo Turturro