Io sono nella gioia a godere il profumo dei fiori
e il sapore dei frutti.
Io sono come il mare,
vortice nel cuore e uragano nelle vene.
Come il sole è la nostra vita, le ossa diventano giovani
e membra e vene ondeggiano a trovare
ciò che non si può inventare.
Io cerco il risveglio che non si riposa mai
a causa della fatica; non dormo mai nella notte.
Io conosco ciò che mi premia
e il delirio diventa asma,
ma è sempre lontano dalle mie ossa.
Quando comincio a sognare, poi non finisco più.
Mi abbandono, più basso non si può.
L’abbandonato non è estraneo all’assassino.
Il derubato della gioia non è senza colpa del ladro.
Vediamo, vediamo come va a finire questa storia.
L’aiuto che si può dare a un uomo,
non si può chiamare perdere tempo.
Tutti noi facciamo un brutto sogno.
Io ho saputo annullarlo nella mente
e svelato il segreto dei sogni.
I sogni sono dei segnali evidenti,
per trovare la strada che abbiamo perso.
Chi sogna, porta la croce
per chi è privo di colpa.
Così sappiamo separare il giusto dal condannato,
il buono dal cattivo.
Io non mi rifiuto di annunciare la verità,
mi rende libero e felice.
In questa felicità le strade si svuotano di chiasso.
Canto la notte vuota di dolori
e il cuore è una fornace ardente,
dove io passeggio.
Soltanto quella chiesa, adesso in silenzio,
conosce la mia storia, le mie lotte, i miei drammi
e il mio coraggio.
Le sue mura sono così alte e tutte crollate,
non riesco a vedere il dolore.
Qui ceniamo felici, siamo pochi come i santi.
Paolo Turturro