Rischiamo di sostituire al vangelo le nostre interpretazione, capovolgendo del tutto la Parola di Cristo, l’esempio più eclatante è il versetto del Padre nostro:non ci indurre in tentazione. Io credo che Dio sia molto vicino a noi e non nei cieli distaccato da noi. Spartire l’eredità. Spartire il potere. Spartire una casa, un terreno. Spartire e demolire tutto ciò che i nostri genitori, con fatica, hanno costruito. Demoliamo tutto ciò che il parroco precedente ha costruito e costruiamo ciò che diventa mio potere. E’ capitato anche a me di benedire una salma nel salotto di una casa. Si piangeva dinanzi al morto, ma i figli, in cucina, litigavano per l’eredità. L’odio, tra fratelli, nasce anche per una casa, per un pezzo di terreno sassoso. Ecco il vangelo:”Signore, dì a mio fratello di dividere l’eredità”. Gesù risponde:”Chi mi ha costituito giudice per spartire la vostra eredità? Badate bene, non dipende la vita dall’abbondanza dei beni. Cristo ci propone un esempio eclatante per riflettere sulla nostra vita. Quanto è attuale questo esempio del vangelo. Quanti altari demoliti, per accontentare la nostra liturgia! Quante sacrestie ambiate, per le processioni dei nostri incontri. Quanti pavimenti di pietra viva, non moderni e pericolosi per le vecchiette che inciampano a cadere , smantellati a mattonelle di ceramica bianca, luminose per le nostre liturgie.
Paolo Turturro