Ti ho incontrato al Centro Don Orione, a Monte Mario di Roma.
M’infiammasti con il tuo ”Incontro con uno strano prete: Don Luigi Orione”, uno strano prete, ora santo.
Io non credo alla stupida pazienza. Io sono appena un seme nella terra della cultura.
Il mio dolore l’ho seminato sotto la neve. Io sono debitore della pace verso tanti martiri dello spirito e della parola che, come te, hanno donato tutta la loro vita.
Io mi oriento alla correttezza delle fonti.
Non conviene manifestarsi con attacchi scorretti così palesi e falsi.
Attenti, sono dei bollitori spirituali che vogliono frantumare la fede, per nascondere le loro ricchezze. Un tempo, per deviare i semplici, le chiamavano: “Mammona” e non ricchezze. Il lusso fa sempre paura, come mammona.
Tu non volevi denunciare a nome dei cafoni, ma costruire e formare un esercito di persone.
Ci ammonivi: “Siate degli umili testimoni del Vangelo”. Ancora: “Capiamoci bene, cari Chierici, “cattolico” vuol dire “universale”. Sarebbe ora di santificare martiri e persone belle di altre religioni”.
Grazie, Ignazio! Quel breve incontro ha segnato di poesia, di realtà e di amore tutta la mia vita, per la cultura che emana da ogni popolo della terra. Dipax.