A Maria David Turoldo

( mi hai risposto al poema: “ Una cella nel cuore”.)

I tuoi poemi mi hanno asperso nel battesimo della rivoluzione.

Come un diluvio mi ha avvolto il tuo deserto: “Sotto una roccia”.

I tuoi versi umili, come Cristo sulla croce.

Di Lui hai cantato:

“Onnipotente, condannato.

Onnisciente, umiliato.

Ineffabile, sputato.

Insondabile, inchiodato.

Immortale, mortale sulla Mors turpissima”.

Mi unisco a te, con il mio poema:

“L’apocalisse del cuore”.

Mi fondo in te a grappoli di versi.

Io non ho la notte nel cuore,

tu a soffrire con le tenebre che non ti saziavano mai.

Io, nei tuoi versi, vedo la gioia con gli occhi tuoi.

Fai il diavolo a quattro, dinanzi alle tante omelie fredde.

Te la prendi di santa ragione, a causa delle tue intuizioni

sui Vangeli, su Cristo e sulla non deposizione della luce.

Con il tuo ardire di pensare, resisti di più agli attacchi dei bei pensanti.

Se anche il tuo cuore mi dà una lezione,

io affondo nell’oceano del mio pianto.     Dipax

 

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