Domenica XXX
del tempo ordinario
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Ama Dio e il prossimo
come te stesso.
Affidiamoci all’infinito,
alla sapienza di Dio,
solo allora il mondo vivrà di pace.
La scienza della croce di Cristo
è insondabile.
Ama Crocifisso.
Assume tutte le sofferenze dei secoli.
Leggo san Giovanni della croce!
Il suo inno mi sembra una melodia di serenità.
Non si può comandare né al cuore
e né alla coscienza.
C’è sempre qualche farfalla
a volare
sul cimitero di miei pensieri.
Diventa te stesso
nell’amare gli altri.
Mi assorbe tanto il bisogno dell’altro
da divenire l’essenza del cuore.
Cerco il DNA dell’amore
e scopro che è la medicina migliore
per guarire da ogni male e malattia.
Ogni giorno
ti offro la mia sofferenza,
perché so che ogni dolore
non è un amore astratto.
Vorrei tanto
che mi parlasse il tuo cuore
e non soltanto il tuo vangelo.
Io sono sempre in esodo,
il tuo cammino
non mi fa essere più
forestiero del cielo.
No, non sono un usuraio del vangelo.
Sono un indigente,
ma palpito con il tuo stesso cuore.
Si, anch’io ho ascoltato la tua Parola
in mezzo a grandi prove.
Ora il fuoco del tuo amore
mi ha reso
una fornace di palpiti spirituali.
Hai chiuso la bocca ai farisei
per donarci finalmente
il tuo comandamento d’amore.
Miei cari discepoli,
andate con il mio comandamento d’amore.
Si, fin dalla tua chiamata
ho compreso
di essere mandato solo per amare.
Io però non
riesco ad amarti
con tutte mie forze,
esauste per le cose del tempo.
Non riesco ad amarti con tutto il cuore,
diviso da tanti amori.
Forse riesco appena
ad amarti con tutta la mia anima,
quella l’ho donata solo a te.
E poi la mia mente,
setaccio
di pensieri del tempo,
è macchiata
da cianfrusaglie
di affetti e intuizioni umani.
Eppure io ti amo,
perché so di amare
il prossimo come me stesso.
Io dipendo dal tuo amore.
Ogni sforzo è un gradino
della scala di Giacobbe.
Sono tanti ancora da salire
e la schiena della mia anima
è tutta incrinata di dolori.
Faccio tanta fatica
a seguirti sul calvario.
Io so però che ti basta un palpito
al giorno del mio cuore
da ascendere in alto,
dentro il tuo costato
perforato d’amore
per ognuno di noi.
Io ho fatto l’amore con Dio,
trafitto da una condanna vergognosa
Paolo Turturro