Una lacrima vale un paradiso. Nel mare quieto da ragazzo andavo a pesca. Io aiutavo ai remi, mentre il mio amico anziano pescatore immorsava le esche e le triglie abboccavano sempre a nostro piacere.
Erano momenti felici. Io mi addormentavo a poppa con la schiena sulle reti e con la faccia alle stelle. La luna mi colpiva con raggi pallidi e io mi rotolavo nel sonno, interrotto da schiaffi di mare.
Erano momenti felici e ora sono soltanto dei ricordi per racconti e favole da bambini.
Non vi nego la voglia di ritornare all’infanzia, mi resta solo l’amarezza di non poter tornare indietro.
Ancora adesso nelle notti, sulla torre del Borgo del Borgo della pace, mi sdraio sul terrazzo e mi addolora l’agopuntura delle stelle che non brillano più per me. Dipax