Amico, le mie lacrime hanno inghiottito ogni perché. Io so leggere non solo il mio cuore. Io so leggere dentro di te, ciò che di divino avverrà in te. Amico, un canto nel dolore vale un’intera libertà. A che punto è la tua libertà! A che punto respiri l’universo pensato da miriadi di poeti e di sognatori. Non restare schiavo dell’ignoranza. Non ti avvilire dei cruise del coreano. Il sapere delle cronache ottura la mente. Respira intuizioni che il tuo cuore sa palpitare. Basta una pagina del vangelo e Cristo abita in te. Io, sotto un cipresso dell’anfiteatro, ho pianto l’infinito. Nel Giardino dei pensieri ho abbracciato Colui che mi ha dato forza. Nell’orto delle aloe ho guarito lo spirito che rischiava di divenire terra. Nel viale dell’angelo mi hanno parlato don Tonino Bello e David Maria Turoldo. Nella sala d’arte Francesco Cardella ho risentito il Canto del Cigno che Alda Marini ha inciso nel mio cuore prima di morire. Nel laboratorio delle cere le pagine del vangelo sono divenute ali per oltrepassare le ingiustizie e osare l’infinito. Vedi, Amico, quanti viaggi fa il cuore! Amico, ti serve solo il silenzio per ascoltare le voci dell’amore che abita in te. Taccia il tuo aggredire. Non avvilire più il tuo spirito. Troppe volte ha lacrimato il tuo cuore, senza che tu l’hai avvertito. Sappi che ha sofferto tanto il tuo cuore a palpitare male e a vivere da indifferente. Amico, io ne sono certo, ci incontreremo già in quel canto che vale un’intera libertà. Buon viaggio, amico, nel paese del tuo cuore.
Paolo Turturro