Quanta pazienza nell’attesa! Quanto dolore impera nel cuore per chi attende un amico che salva. Così fu per Maria e Marta per il fratello Lazzaro. Eppure Lazzaro significa Dio ha aiutato. E’ la potenza divina dinanzi alla morte. Cosa sappiamo noi della risurrezione, se in concreto nessuno ci spiega che cosa avviene dopo la morte? Seguiamo il racconto. Maria ha il coraggio di riprendere Gesù: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. E’ la storia di ogni morte, è la storia di tutti noi che attendiamo chi ci salva. E’ già sepolto da quattro giorni. La forza divina è più potente. Andiamo a far risorgere Lazzaro. Dopo tanto patire, anche l’angoscia di vederlo morto, avvolto in bianche vesti. Non è possibile, la potenza divina è più assurda di ogni forza umana. “Dove l’avete messo? Io l’aiuterò a risorgere”. “Ecco, Signore, risponde Maria, è là dentro. Non farci sentire l’odore della morte”. Su, andiamo, è tempo di risorgere. Dopo tanto strepitare, ecco il momento. Tutti raccolti attorno alla tomba. Non c’è sensazione più orrenda di questa. Una voce, una voce potente, una voce assoluta si sente nell’aria. “Lazzaro, esci fuori”. E’ l’assurdo, Lazzaro aiutato e assistito da Dio, con le sue bende viene fuori. Non è questo il miracolo! Viene dopo, sempre viene dopo. Qual è il miracolo che vogliamo? Noi desideriamo che Lazzaro ci parli, ci dica cosa ha visto nell’aldilà. Gesù imperterrito continua:” Scioglietelo e lasciatelo andare”. Che strano la fede! Tutti attendiamo la parola di Lazzaro e Cristo lo lascia andare. Ma dove vai Lazzaro? Hai comunicato con le tue sorelle? Quanto tempo sei stato con loro? Hai mangiato, hai bevuto? Nulla, nulla, proprio nulla sappiamo di te. A noi nulla ci resta del divino. Soli i giorni del tempo noi conosciamo di te. Lazzaro è risorto non sulla terra e tutti noi non sappiamo proprio nulla. Dobbiamo entrare anche noi nella tomba, per sapere che cosa c’è dentro e dove andremo a sognare, a contemplare, a vedere con occhi nuovi il divino. Domani sapremo di Lazzaro e di Cristo che ci avvolge divino.
Paolo Turturro