Come è pesante questa croce. Mi schiaccia. Il cuore scoppia. Afferro con forza la bussola di Cristo che mi orienta al Padre che mi invita ad ascoltare suo Figlio: “Tu non temere, io sono con te”. Come mi fa bene la sua presenza. Urlo il pianto e mi stringe le mani. Grido l’anima e mi placa di tenerezza. Digrigno i nervi e sento nelle mie vene la sua quiete. Mi ferisce di tristezza e mi colma di riposo. Io non so più cosa accade in me, tanto è l’abisso, come le vertigini dello spirito; sono un cadavere e respiro estasi. Quanto è soave il medico del mio spirito. Non ha medicine e mi sana. Non ha terapie e sono spedito nel perdono. Cos’è questo amore? E’ di terra o di cielo? Non ho mai insegnato nulla. Ho solo appreso tanto ma non sufficiente per essere testimone per gli altri. Non ho capito ancora che Dio mi supplica di amarlo. Sono uno spirito protetto. Nessuno mi può invadere. Il mio patire per Cristo rovina i demoni. Tutti noi siamo liberi per rovinarli. Cristo ha autorità di farli uscire da noi e noi stessi ne abbiamo tale forza. Dentro ho una porzione dello Spirito, fuori dal comune. La mia passione vive notti insonni. Mi devo trovare al posto giusto e al tempo giusto per incontrarlo. Io corro verso di Lui e Lui verso di me. Non c’è più tempo da perdere dinanzi a Cristo. L’invasione dello spirito è più profonda e nel contempo salutare di una tempesta. Sto per fotografare lo spirito. Fugge sempre come i lampi delle bufere. Scarico la prima pellicola e mi ringiovanisce. Caccio la sua luce. Tengo gli occhi aperti e puliti al cielo. il silenzio della luce allunga la mia passione. Mi rivelo un autentico cacciatore di cieli. Cacciando i cieli imprigiono dentro di me lo spirito. Non torno a casa senza captare i colori della luce. Non c’è tempo a riprendere tutto. La luce fugge, è così rapida che l’occhio non può. Sono tranquillo nella caccia dello spirito. Non sono un timido. Non c’è nessun pericolo nella luce. Non fa male a nessuno. Non ho consumato tante penne, come in questo periodo. Fa parte del gioco essere sconfitti, ma non dal male. I doni dello spirito sono sempre imprevedibili, per questo bisogna stare sempre all’erta. Il contatto diretto con lo spirito ti dà sensazioni non descrivibili. Non c’è bisogno di salire in alto. Le visioni dello spirito sono anche in una lacrima, in un palpito lieve, in un respiro quasi inesistente. Mentre si avvicina la luce, devo essere pronto a captare tutto. Ma colgo solo qualche spiraglio. Non sono mai in anticipo. Ogni meditazione è sempre un buon posto ma visto sempre mezzo o quasi vuoto di questa immensa luce. E’ più forte di me. Non posso fermarla. Trattenerla, vuol dire essere travolti. Ci sono chilometri di anni luce da contemplare. Nessuno ce la fa. Mi resta solo l’istante e ricominciare daccapo. Sono un piccolissimo puntino insignificante in questo immenso temporale di luce dello Spirito.
Mi fonde tuttavia e già sono nell’eternità che non mi sazierà mai. Questa luce è Cristo, totalmente inafferrabile e pur dentro di noi tutti.