Disse un giovane al diluvio e alle sue cascate impetuose: “Perché siete così irruenti e devastanti da distruggere ogni cosa sotto le vostre forze? Le vostre acque sono gelide a sradicare dalle rocce della vita, querce, pini secolari, case e campi coltivati”.
“Guarda in fondo a quelle valli, dissero le cascate al giovane ribelle.
Si rinfrescano i torrenti, l’aria dintorno è pura e salubre.
Rinnovare è il principio della creazione.
Osserva bene le tue lacrime. Nelle tempeste le pecore si abbeverano, le mandrie riposano beate su coltri di erba verdeggiante. I sentieri serpeggiano siepi di pitosforo, roseti profumati, cascate di gelsomini, prati di tulipani, cespugli di rosmarino e orti di salvia e di menta; viali di tigli e magnolie, corridoi di lavande, masserie di grano, cantine di mosto, caseari di formaggi e di ricotte, dolciarie di mandorle e di pistacchio, forni di pane, fragranze di cibi e bevande inebrianti di vita.
Osserva bene, le tempeste non sono diluvi a morire, ma energia a sanare e a nascere di nuovo”.
Impara, amico, dalle lacrime tumultuose del tuo soffrire, possono, grazie a te, nascere le grazie più belle della tua e della nostra esistenza.
Paolo Turturro