Chiamati da Cristo o dagli uomini? Dio non è lontano da noi, egli si è seminato in uno squarcio del nostro spirito. Ora so che il firmamento delle stelle altro non è che la finestra del mio animo. Non giunge il giorno della pace e intanto tarda ancora la primavera. Finisce il giorno e la notte oscura è più pesante. Cosa fare per ritornare alla luce della normalità? Siamo così abbagliati dal benessere, da rimanere oscuri. Se non riesco a leggere il tempo in cui vivo, come potrò sapere l’eterno? Non finiscono i sogni, non dimenticarlo. Si arrendono i delinquenti, per subire agevolazioni e meno pene. Costituirsi non è una cattura. Non mettere le manette significa, non scappo, sono nelle vostre mani. Bisognerebbe dirlo ai parenti delle vittime, chi la moglie, chi il marito, chi il figlio, chi il fratello, se è da ammirare o una sofferenza, il gesto di non mettere le manette a chi ha ucciso un cimitero di morti. Mi riposo sotto l’ombra di una quercia a radicarmi di fortezza. Le ingiustizie sono così nodose, da rischiare di rimanere imbrigliati dentro. Sono ancora in viaggio verso la fede, so bene che la fede è una persona che si chiama Gesù Cristo. Io con Lui sto bene. Egli è venuto in mezzo a noi a toglierci la morte. Non ha fondato una religione, ma una comunità del vangelo. Ciò che è falso, svanisce come il fiato d’inverno. Nulla cambierà di ciò che non speri, tutto cambia con l’amore vero.
Paolo Turturro