Prego con il giorno che si apre. Palpito con il cuore che ama. Agisco con il bene che mi ispira.
Caro P. Paolo, come la preghiera delle lodi mattutine sale al nostro Dio, così il tuo silenzio è giunto a me. È gradita, è viva la tua compagnia con la mediazione che leggo spesso e trovo sempre nuovi e profondi spunti di vita.
Con l’offerta del tuo Sacrificio che alzerai oggi alla TRINITÀ, con mani innocenti e cuore puro, unisci anche la nostra preghiera per la Sua gloria ed il bene dell’umanità.
Auguri per questo prezioso ANNIVERSARIO.
Nella natura non lavora tanto l’uomo, ma il tempo. Resto me stesso, non voglio rassomigliare a chi mi ha isolato. Siamo nell’architettura a piramide, senza porte e senza finestre, dove ognuno parla a se stesso e nessuno si comprende. Forse Babele era più comprensibile, oggi ognuno non sa di essere e nessuno sa di vivere. Non conviene giocare a fare il tondo, perché nessuno oggi è capace di capire il sottile.
Lo spirito del discernimento ci guida in un pellegrinaggio di salvezza. Non fuggo, mi ritiro, anche Giuseppe, Maria e Gesù si ritirarono (anakhoreo _ ritirarsi) in Egitto. La vita è una lunga marcia e non si va mai indietro. Io getto nei cuori della gente, con ampi gesti, le mie parole, le mie intuizioni che scaturiscono dal fuoco dello Spirito e senza sapere ho pescato grossi pesci. Strano oggi, abbiamo paura di schierarci con i peccatori, per seguire i decreti che ci proibiscono di dialogare con loro. Si rischia di essere accusati di complicità. Povero Cristo dove è andato a finire.
Paolo Turturro