Io pensavo
che fosse mio
ciò che pensavo,
ciò che soffrivo.
Sono divenuto subito vecchio
dentro la croce della vergogna.
Io ti cercavo nella gioia,
tu hai preferito
il nostro fidanzamento
sul patibolo dell’ignominia.
Mi hai fulminato gli occhi
con i tuoi raggi d’amore.
Agli occhi della gente
sono divenuto vecchio di peccati,
dentro invece
tu mi rendevi giovane di grazia.
Il tuo incontro è stato
un’altalena
di vecchiaia e di giovinezza.
Vecchiaia di morte,
giovinezza di nuova vita.
Questo ora tu sei.
Questo ora io sono.
Questa è la mia fede in te.
Tu mi cerchi ancora,
perché non ti sazi mai
del mio povero amore.
Ti ho cercato
tra le ombre delle sbarre.
Tu ti nascondevi
dietro un raggio
per non farti vedere,
e io ero certo
che tu eri là,
dentro i raggi delle mie lacrime.
Ma chi sono io
da farti impazzire d’amore?
Ecco ho visto il tuo volto,
un viso pesante,
un volto umano,
un viso denso di preoccupazioni,
un volto che pensa
le cose di Dio,
un volto che pensa
le cose di questi miei amici disperati.
Eppure nel gelo
del mio cuore
hai arso il fuoco
del tuo Spirito.
Come vorrei che questo ardore
bruciasse tutta la chiesa.
Mi hai infiammato
da incendiare il carcere
e renderlo sacro.