Il tuo ardire
è molto più alto del cielo,
molto più profondo dell’abisso.
Mi bastoni,
come i ciocchi spenti del camino,
a infiammarmi di luce.
La voglia di vederti
è più forte della stanchezza.
Galoppavi con il vento
per raggiungere ogni schiavo perduto.
Hai sfidato bufere
negli occhi degli empi.
Dormivi su pietre,
a volte, in piedi
con un occhio aperto,
come uno stallone.
Scopro in ogni istante
che la tua carne è la mia vita.
La luce mi ha promosso in paradiso.
Io m’innamoro
di tutto ciò che effondi,
ecco perché cerco
di continuo la tua Parola.
Anche una goccia d’acqua
riflette visioni arcane
che fluiscono il futuro.
Ora riconosco in me
qualcosa che cercavo
ansiosamente in te.
Ora dipingo i colori luminosi
che emanano dal tuo volto
schierato al sud della gente.
I tuoi desideri
volavano in alto
ascoltati soltanto
dal lamento dei gabbiani.
Non c’è nulla di affrettato
nella meditazione.
In essa c’è una vita vissuta
fatta di minuti attimi di letizia.
Il tuo sguardo assente,
rivolto lontano
nascondeva paesaggi velati di nebbia
e intricati di passi di esiliati.
Immacolato di speranza
sfidavi il vento
e sul tuo volto sudava
persino la sabbia del deserto,
dove venivi tentato persino dai diavoli.
Nella camera oscura
della tua anima,
spinata di sofferenza,
si compiva tutta la tua passione. Dipax