Per incontrarmi
ti sei vestito di cenci,
per non umiliarmi
con la bellezza della tua regalità.
Nessuno si è accorto
che tutto l’universo
era appena una frangia
del tuo mantello.
Sulle strade della gente
ti sentivo puzzolente
di fatica e di sudore
per soccorrere
prostitute e ubriaconi.
Eppure, tu cencio di barbone,
i miseri per il tuo volto
impazzivano di candore
a toccarti.
Ti cercavano, ti odiavano
e ti amavano
perché tu eri l’eterno disubbidiente
ai potenti e alle cose della terra.
Anch’io impazzivo
a essere disobbediente,
come i tuoi pensieri. Dipax