Dialogo d’amore – 8

Cristo con la sua umiliazione

mise a posto il mondo.

La sua presenza fu un vero scandalo

da suscitare l’ira dei potenti.

Sfidò la morte,

l’uccise,

l’amò,

l’abbracciò,

ma non morì nel sospiro,

urlò nel suo cuore

la risurrezione e la vita eterna.

L’uomo che non comprende

la morte dell’altro,

non potrà mai capire la sua?

Cristo morì,

perché era malato d’amore.

Sulla tua croce

si è acceso in me la speranza;

dopo i santi,

bramavo l’estasi anch’io

a contemplare la tua faccia,

pur insanguinata

di fango e di passione.

Le nozze dell’agnello

si celebrano

sul letto della tua croce.

Eri giovane,

e non sei morto mai,

non ricordi nulla del sepolcro,

eri soltanto un uomo risorto.

Nero di occhi e di capelli,

geloso amante di tutte le donne.

Il tuo volto incantava

come l’aurora

e le spose timide,

con le loro mani,

sorridevano velando

non solo i loro occhi

neri e passionali.

Mi abbracciavi nel tormento

e dolore più non sentivo.

Così in mezzo ai lupi

io rimanevo un eterno agnello.

Vestito di carne di peccato

mi consacravi di grazie.

In una cella di obbrobrio

ho conosciuto

tutto ciò che i profeti

avevano annunciato nei secoli. Dipax

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