XXIV Domenica del tempo ordinario
Dio perdona sempre
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Grazie a tutti coloro che ci stanno aiutando. P. Paolo
Pietro come ogni uomo
si ribella alla correzione
mai ascoltata e mai praticata.
Allora provoca Gesù
con una domanda impertinente
Eccola: Io perdono fino a sette volte
e basta.
Per gli ebrei il limite della perfezione
era il tre, la massima perfezione.
Pietro esagera fino a sette volte,
distrugge persino il codice ebraico.
Cristo
va oltre il pensare umano.
Dio perdona sempre.
Non è un calcolo il perdono,
Cristo propone l’assurdo,
fino a settanta volte sette,
cioè sempre.
No, non è una matematica il perdono.
L’essenza di Dio è amare sempre,
non c’è posto per il rancore.
Non c’è posto per dimenticare.
Egli ama sempre
e perdona sempre.
Dio però sa ben correggere
e ce lo dimostra con questa parabola.
Il regno dei cieli è simile
a un re che volle regolare i conti
con i suoi servi.
Gli fu presentato un tale
che gli doveva diecimila talenti.
Una cifra enorme,
miliardi di euro.
Quel re, che è Dio stesso,
gli condona tutto,
perché condivide
la miseria di quell’uomo.
Ebbe compassione,
si fa carico del suo dolore,
della sua famiglia
e gli condona tutto.
Lo stesso però non fu capace
di condonare una miseria di cento denari.
Quello lo strozzò fino a mandarlo in carcere.
Il re, i re sanno tutto,
intervenne,
dopo che i suoi compagni
furono addolorati
e dispiaciuti per l’acredine di quel servo.
Nella nostra coscienza Dio interviene.
Dio non è stanco di perdonare,
non scende in mezzo a noi
a ritirare il suo amore
da un peccatore,
anche incallito.
Oh! poveri noi,se dovesse Dio scendere
a ritirare il suo amore!
Saremmo tutti morti e sterili di coscienza.
Dio sa che la giusta punizione
ci servirà per rammentarci.
Non devi aver pietà
del tuo compagno di vita
che continuamente sbaglia,
quando tu stesso
hai una trave nei tuoi occhi
e vedi una pagliuzza
nell’occhio del tuo amico?
Non abiti mai nel tuo cuore
il rancore che ti avvelena l’anima.
Non ti portare dentro
la vendetta che ti massacra i nervi.
Tu che hai in collera il tuo amico,
come puoi chiedere la guarigione al Signore?
Non essere carne
dinanzi alla miseria del tuo prossimo.
Io vivo per Cristo.
In Lui non conosco la morte.
In Lui conosco solo il perdono.
Sono felice di aver tutto perdonato,
quelli soprattutto che hanno messo in atto
tutta la macchina del fango.
Ora vivo beato.
Sia che vivo,
sia che muoio,
sono del Signore.
Paolo Turturro