Dormo in una rosa per gustare il profumo dell’oltre.
Dormo sulle ali di un gabbiano
per assaporare le ebbrezze dell’infinito.
Dormo sulle onde del mare per rinfrancarmi di avventure.
Dormo sui ritmi del vento per sentire
l’immenso che se ne va.
Dorme sui sogni dei poeti
che non mentiscono mai ai nostri occhi.
Dormo sulla bocca di chi sceglie il silenzio
di parole senza voce e che il vento disperde.
Ora mi sveglio e sono all’aurora
di un giorno che non muore.
Sono sveglio a indicare
agli smarriti di cuore la via della libertà.
Hanno distrutto palazzi, case e chiese,
ma non possono annientare la bontà, la generosità,
la fratellanza e l’uguaglianza.
Siamo tutti svegli noi della terra.
Hanno distrutto le nostre case,
ma non la dimora del nostro cuore.
Ora cammino sull’orizzonte di una nuova vita.
Davanti a me procedono file di persone
che hanno saputo amare,
ma non hanno raggiunto ancora la loro meta.
Quanto tempo sprechiamo, seguendo le nullità.
Chi mi potrà insegnare a credere ancora?
Fammi stare qui, non voglio andare oltre.
C’è tanta tristezza nel cuore dell’uomo,
dove celebrare la gioia?
Una chiara luce scende dall’alto, scende a annunciare
parole di vita e non parole di accetta.
Sogna, sogna amico, il mondo ha perso la libertà
e non sa più conoscere la sua via.
Un fanciullo, ci insegna a sognare,
vado con lui a germogliare i sogni
seminati nelle notti del dolore.
Sogna, sogna amico,
quel fanciullo è il Dio della gioia.
Paolo Turturro