Scendevo da Monte pellegrino. L’aria era gelida e la gente chiusa in se stessa camminava desolata. Un’emigrata all’improvviso mi attraversò la strada con una carrozzella vuota. Meravigliato mi chiesi: “Che fa con quella carrozzella vuota?. Posteggiai e l’osservai. Scoprii l’assurdo. Si fermò presso un cassonetto d’immondizia e riempì la carrozzella di vestiti, di cartoni, di cinghie e di alimenti.
Nulla potei fare dinanzi a questo dramma. Vissi l’inerzia dell’impossibilità.
Mi rimisi in viaggio. Lo scandalo non mi bastò per buttare in aria macchina e lavoro.
Poi più in là, verso via Roma, una donna in pelliccia mi attraversò la strada con una carrozzella. Dentro sentii il vagito di un bambino. M’infiammai di vergogna.
Questa è la realtà:
una carrozzella per il riciclo.
Una carrozzella per il passeggio di un bambino.
Fino a quando Signore, questo duello di posizione continuerà sulle strade di noi cristiani?
Dipax