Non si è mai lontano dall’infanzia.
La notte dell’innocenza non scende mai.
Il diritto dell’infanzia è un respiro
che ti fa crescere onesto.
Io respiro Dio.
L’altro è sempre una buona voce.
La voce del cuore non svanisce mai.
Non mi stanco nel cammino dell’innocenza,
perché ho ali d’aquila.
Io cerco respiri del cielo.
Io medito nel cuore di Dio,
dove l’innocenza è purezza e bontà.
Dio mi stringe a sé nell’affetto.
Mi accomuna con i nostri santi protettori
nel suo piano di redenzione.
Mi accompagnano le stelle,
ognuna di essa è una lacrima seminata e sofferta.
Io cammino sempre nella luce,
anche nella notte oscura.
Mi conforta nel sonno,
come Giacobbe nella fuga.
Mi provoca ancora nella lotta
e mi serra al suo amplesso
nella sfida del divino.
Io ho lottato Dio
e non ho timore del giudizio,
perché il giudice è mio amico.
La tenerezza di Dio
Il sorriso di aver sofferto
cancella ogni inquietudine.
La mediocrità distrugge il mondo
in una fuliggine di cenere.
Nel fuoco del dolore ho sempre
una spinta in più per risalire.
Ora sono Mosè
a macerare le ingiustizie
di tanti magistrati corrotti
e a spezzare le catene degli innocenti.
Uno sguardo biblico infrange
i soprusi e le malizie nascoste.
Io cammino con la fiamma sul volto
e l’ebbrezza del mattino
mi rinfranca nelle fatiche.
Sono ferito nell’anima
e solo adesso vedo Dio
con gli occhi del corpo.
E’ l’energia del vero amore
a scoprire Dio in noi.
L’amore non si arrende
dinanzi all’impossibile.
Se non raggiungo Dio,
rischio di uccidere l’amante.
Sono morto senza la sua tenerezza.