“Ho reso sacro il cuore. Ho reso sacro ogni dolore. Ho reso sacro persino il tempo. Non mi sono a noia le rughe. Non canto più la valle delle lacrime. Io respiro nel giardino dell’amore. Ogni fiore è un bacio. Ogni foglia è una carezza. Ogni filo d’erba mi fa riposare. Il mio studio è l’aurora e il tramonto è il letto della mia amata”.
Così, in ateneo, poetava il filosofo dell’amore.
Uno studente chiese: “ A che serve piangere per amore?”.
Il docente rispose:” Ho raccolto le mie e ho irrorato un giardino di pensieri”.
Ancora un altro volle sapere: “ Come nasce il cielo?”.
Egli dipinse sulla lavagna l’abbraccio delle stelle. Poi soggiunse:“ Sono esse a creare l’infinito delle tue arcane serenate”.
Un altro infine si irritò al sognatore: “Sono barzellette di bambini, niente di più e niente di meno”.
L’insegnante gli sospirò un amaro lamento: “Proprio perché tu non sogni, il tuo cuore è duro come una pietra”.
Tu ami nella misura in cui muori per chi ami. Entra attraverso la porta di Cristo a contemplare lo spirito dell’Amore. Amare è un cammino verso l’infinito. Lui è la via. Lui è la vita. Lui è la verità.” Io e il Padre siamo la stessa cosa. Il Padre è in me ed io nel Padre”. Quale ostilità mi può spegnere la fede intima della Parola di Cristo? Non posso fermarmi a possedere le bellezze del tempo e dimenticare la meta finale dello spirito. Nel Battesimo siamo puri nel tempo. Cammino sulla terra a contemplare il volto di Dio. Prima o dopo ci arriviamo tutti. Sono passate sopra di me tutte le tempeste e ora, all’aurora della sua grazia, vedo il suo Volto.
Dio vuole essere amato e non temuto.
Paolo Turturro
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