Il cielo fatto sasso
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Nessuno può frenare i collassi. Potessi diventare di sale. I sassi suppongono immortali le stelle, come l’asino, la luna. Dentro non ho spade, né lance. Solo un altare dove consacrare il cielo. Questa pandemia mi lascia dentro un vespaio di api. Alla fine le dolcezze dello spirito sono più soavi del miele. Hanno catturato la libertà, come un uomo nudo al guinzaglio, a guisa di cane. Ho aperto subito le vele inaspettate di salvezza. Sul Tabor l’uomo si trasfigura in Dio. Non mi lasciare sofferenza. Come potrei entrare in un cielo troppo azzurro, o fatto di sassi? Come potrei salire su un monte, fatto pianura? Laggiù, nell’abisso, tutto è perduto. Eccetto le ali per risalire. Risalgo la speranza che asciuga le pozzanghere dell’odio. Ho seminato l’io dentro la morte.
Paolo Turturro