Non spiegherò più sulla tua mensa i corporali merlettati da secoli. Non aprirò più il corporale ricamato dalle mani d’oro della mia nonna. No, quello è solo un fazzoletto pur bianco, è solo un telo, per accogliere i frammenti del tuo pane eterno.
Ecco Signore, il mio corpo! Sono il tuo corporale. Rendilo puro, umano e casto a consacrare, vergine di pensieri, la società.
Tu non vuoi essere più consacrato su stoffe di lino bianco. Ti vuoi consacrare sul mio corpo, come ogni amore. Consacrato, sono il tuo sudario.
Ecco sono il tuo corporale! Consacrati nelle mie lacrime. Consacrati nelle mie vene. Consacrati nel mio petto. Consacrati nella mia voce.
Ecco, Signore, sono il tuo corporale! Il mio corpo ad amore coniugale. Corpo a concepire Dio nel mio cuore. Corpo a spezzare il tuo pane
per i popoli di cui hai grande compassione.
Corpo spezzato io sono.
Vene flagellate, le mie spalle.
Petto squarciato, il mio costato.
Parola saggia, la mia bocca.
Nido aperto, il mio cuore.
Corporale io sono.
Mai più piegato e conservato nella dispensa degli oggetti sacri.
Corporale io sono,
a nutrire gli affamati di Dio.
Corporale io sono,
candido di Vangelo.
Grazie, Signore,
il mio corpo ora è la tua mensa, per l’umanità. Dipax
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