Il cielo non si è scordato di me. Mi resta l’amaro sapore del male che annebbia il cuore. Io sono nel vento con tutti i martiri dei secoli. Viviamo assieme nel grande silenzio. Che strano! Non riesco qui, nel vento, a sorridere. Il vento mi porta via non solo la voce ma ogni fiato. L’uomo, questa bestia feroce, non è mai contenta di sangue. Finalmente l’uomo nell’amore sta imparando a vivere senza ammazzare. Io amo e tu non ammazzi. Io corro in un luogo, dove nessuno ammazza. Ci vado subito, subito. Subito con te! Dentro di me scopro una voce che non avevo perso mai. Voce che parla di te. Volto che lacrima il tuo sorriso. Voce che grida la tua libertà di essere. Ci sono cose nel silenzio che non mi aspettavo mai.
Il silenzio riprende il volto di quelli che avevo amato, di quelli che avevo salvato, di quelli con cui avevo sperato, di quelli che cui volevamo cambiare il mondo. Nel silenzio sono cambiato e il mondo attorno a me è migliorato. Il silenzio è il canto più profondo, più di una alleluia di Elisa, più di un bambino mai nato, più di un vagabondo che sono io, più di un sogno mai realizzato, più di una stella mai caduta, più di una lacrima sul viso. Non voglio più uscire dal silenzio, rischio di divenire muto. Non voglio proprio essere un cane muto alla san Gregorio Magno, oppure un cane sordo, come tanti cristiani oggi. Qualcuno ancora preferisce essere il cane del Signore: Domenicano. Dipax